Dis-Abilitiamoci

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La disabilità, nel 2017, è ancora un grosso problema. Per i portatori di handicap, intendiamoci, costretti a combattere quotidianamente con due tipi di barriere: architettoniche e mentali. Mentre, per le prime, qualche passo avanti è stato fatto, per le seconde risulta sempre difficile considerare una persona disabile pari alle altre. Probabilmente, è questo il motivo che ha spinto Angela Gorrasio, presidente del comitato “Dis-abilitiamoci”, a portare avanti diverse battaglie.

Ma che cos’è il comitato “Dis-abilitiamoci”? Una Onlus no-profit, con sede a Battipaglia, che ha un obiettivo ben preciso: attuare il diritto alla vita indipendente sancito dall’articolo 19 della Convenzione Onu. La convenzione è stata ratificata, in Italia, con la legge n.18/2009 e rappresenta il primo trattato sui diritti umani del nuovo millennio: la non discriminazione; la piena ed effettiva partecipazione nella società; il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana; la parità di opportunità; l’accessibilità.
«Sono pochi i paesi, a livello nazionale, che sono abilitati. Siamo paragonabili a un paese del terzo mondo. Una persona disabile – spiega Angela – deve combattere con le barriere architettoniche e mentali della gente comune che calpesta i nostri diritti. Viviamo in una società senza cultura e rispetto verso di noi. Quando qualcuno vuole parlare con me, si rivolge a mio marito come se non avessi capacità intellettive. Purtroppo, le gambe non mi funzionano, ma sono andata a scuola e tutt’ora lavoro, proprio come le persone “normali”».

Eppure, altrove la situazione è diversa. In Francia, racconta Angela «mi sentivo a casa. Ovunque trovavo servizi pensati apposta per noi. Nei supermercati ho trovato gli assistenti. Qui, invece, le barriere le mettono anche alle casse».

A Battipaglia, tutto ciò non sarebbe possibile senza l’intervento dell’Amministrazione. Non senza qualche difficoltà, Angela ha spiegato come è riuscita a farsi ascoltare dal governo cittadino. «Parlare, progettare è sempre facile. All’atto pratico, è molto più difficile di quanto sembri. Ti cito un esempio: la stazione di Battipaglia è uno dei luoghi dove noi disabili ci sentiamo più a disagio. Non c’è un ascensore e non è possibile raggiungere il quarto binario. Inoltre se volessi prendere un treno lo stesso giorno in cui devo partire, non potrei perché dovrei avvisare un giorno prima per ottenere la pedana. Ho parlato con l’assessore ai trasporti al quale non piace il nostro progetto.

Ho risposto che, se quel progetto non si attuerà, siamo pronti ad occupare i binari, come già fatto a Pompei». Rossella Speranza, consigliere di maggioranza, ha seguito l’approvazione della convenzione Onu. «L’azione della Sindaca ha sempre avuto un’attenzione particolare per le “problematiche” che quotidianamente i disabili affrontano in città. Attraverso il dialogo – dice Speranza – abbiamo continuato un percorso iniziato quasi nove anni fa, volto a ridare a Battipaglia una normalità a 360°, creando una rete di collaborazione, ascolto e proposte tra amministrazione e queste realtà, per abbattere ogni tipo di barriere, siano esse logistiche che ideologiche. Ringrazio ancora il comitato Dis-Abilitiamoci, inoltre, per aver spronato l’amministrazione a portare in questo Comune la Convenzione Onu per le persone disabili, un passo dovuto, a mio avviso, se questa città deve tornare normale in tutti i sensi. La convenzione ci insegna a guardare il soggetto disabile oltre le difficoltà motorie e/o psichiche: come persona uguale a tutte le altre, con gli stessi diritti e la stessa dignità».

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