Giornata mondiale contro l’Aids 2016: al mondo 36 milioni di malati

Giornata mondiale contro l'Aids 2016

Sono 36,7 milioni in tutto il mondo le persone, di cui 1,8 milioni bambini, contagiate dal virus dell’HIV. La Giornata mondiale contro l’Aids 2016 è dedicata a tutti loro, che ancora oggi sono costretti a combattere contro maldicenze e pregiudizi.

La Giornata mondiale contro l’Aids 2016

Stando ai dati relativi al 2015 forniti da UNAIDS, in tutto il mondo vi sarebbero state oltre due milioni di nuove diagnosi. Le persone affette dal virus in tutto il mondo hanno così raggiunto quota 36,7 milioni. In Unione europea, i dati forniti dall’ECDC, relativi al 2014, hanno evidenziato 30 mila nuove diagnosi. In Italia, solamente nel 2015, sono state diagnosticate 3.444 nuove infezioni da virus HIV. Con un’incidenza di 6,1 affetti da HIV ogni 100 mila abitanti, l’Italia si è posizionata al 12° posto fra i paesi dell’Europa occidentale.

Aids e HIV nel mondo
La distribuzione nel mondo delle persone affette dal virus dell’HIV

Questi dati mettono in mostra come, ancora oggi, il virus dell’HIV sia un pericolo per la sanità mondiale e per quella italiana. Tanto più che, negli ultimi anni si è diffusa una “moda” insana. Si tratta del bugchasing, cioè il contagio volontario della malattia. Molte persone, stanche della “schiavitù” del preservativo, decidono di contrarre il virus da persone sieropositive. Questa moda è stata recentemente portata all’attenzione dell’opinione pubblica da un servizio del noto programma televisivo, Le Iene. In esso si dimostrava l’esistenza di vere e proprie comunità dove i bug-chaser, cioè coloro che vogliono contrarre la malattia, possono conoscere i gift-giver, cioè le persone sieropositive pronte ad avere un rapporto sessuale non protetto.

Le ragioni che spingono le persone a intraprendere questa strada sono diverse e non del tutto chiare. Vi è, per esempio, chi sostiene che il bugchasing sia il modo per liberarsi dalla schiavitù del sesso protetto. Per altri, invece, questa pratica rappresenta una trasgressione, addirittura in grado di aumentare il piacere sessuale. Quale che sia la ragione, quel che è certo, è che dopo un contagio occorre assumere farmaci, talvolta antitumorali, per il resto della propria esistenza. Oltre a dover sostenere costantemente degli esami, almeno tre volte all’anno.

Cosa c’è da sapere sull’HIV

Esattamente come negli anni Ottanta, quando la malattia venne riconosciuta per la prima volta, anche oggi occorre combattere la diffusione attraverso la conoscenza. Iniziamo a spiegare, dunque, come si trasmette l’HIV. Sostanzialmente sono tre i vettori di infezione del virus:

  • contatto sessuale: può avvenire attraverso rapporti sessuali completi non protetti e, pertanto, il petting non può essere considerato a rischio contagio;
  • contatto ematico: avviene quando si entra a contatto con sangue o organi infetti, per esempio in caso di trasfusione o trapianto;
  • trasmissione verticale: si verifica da madre sieropositiva a figlio, durante la gravidanza.

Fortunatamente, al giorno d’oggi, è possibile proteggersi dal contagio in maniera efficace. Per quanto attiene la trasmissione sessuale, il miglior modo per evitare il contagio è l’uso del preservativo. Se indossato dall’invio alla fine del rapporto sessuale, questo è in grado di preservare dal contagio. Anche per quanto riguarda la trasmissione ematica, è possibile proteggersi dal contagio. Una delle principali cause di contagio ematico è lo scambio di siringhe fra tossicodipendenti. L’uso di siringhe sterili, invece, protegge da tale rischio.

Tanto è stato fatto anche sul fronte medico, anche se una cura vera e propria ancora non è stata individuata. Sin dal 1996, con l’avvento delle terapie antiretrovirali, le persone affette da HIV hanno raggiunto un’aspettativa di vita vicino a quella della popolazione generale. Come spesso accade, però, la diagnosi e l’inizio della terapia precoce garantiscono diversi vantaggi.

La Giornata mondiale contro l’Aids, anche per il 2016, si prefigge pertanto lo scopo di sensibilizzare l’attenzione della popolazione sul tema dell’HIV. Un abbassammento della guardia, potrebbe condurre l’opinione pubblica a minimizzare i rischi di questa patologia che, nel mondo, arriva ancora a provocare ancora milioni di decessi all’anno.

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