La “Pace” vince al concorso Kaira Looro Peace Pavilion 2019

di Angela Amorosino

Primo classificato il progetto del team di Changze Cai

da: www.kairalooro.com

Il primo premio del concorso di idee Kaira Looro 2019, bandito dall’Organizzazione
No Profit Balouo Salo per promuovere la ricerca nel campo dell’architettura per i paesi in via di sviluppo, quest’anno è stato assegnato al cinese Changze Cai che vince con un progetto di un edificio che si fonde nel paesaggio materializzando con la luce i concetti di pace alla base della competizione.
L’edizione di quest’anno, organizzata con la collaborazione dell’Università di Tokyo e
Kengo Kuma & Associates, invitava a progettare un Padiglione della Pace nella
città di Sedhiou, nel sud del Senegal, per celebrare la memoria delle vittime nelle
guerre africane e sensibilizzare la comunità locale e internazionale.
La giuria – composta da Kengo Kuma (Kengo Kuma & Associates), Toshiki Hirano
(Università di Tokyo), Agostino Ghirardelli (Blengini Ghirardelli Associati), Urko
Sanchez (Urko Sanchez Architects), Jean Paul Sebuhayi Uwase & Noella Nibakuze
(Mass Design Group), Diana Lopez Caramazana (UN Habitat Nairobi) e un comitato scientifico composto da Raoul Vecchio (Balouo Salo), Sebastiano D’Urso (Università di Catania), Moussa Soaune (Istituzione Senegalese) – ha decretato i 30 progetti vincitori, tra cui 1°, 2°, 3° posto, 2 menzioni d’onore nominate da Kengo Kuma e dall’Organizzazione Balouo Salo, 5 menzioni speciali e 20 finalisti.
Al vincitore, Changze Cai, è stato assegnato un premio in denaro e un tirocinio
presso lo studio Kengo Kuma a Tokyo, oltre alla possibilità di realizzare l’opera a
seguito di una valutazione economica e tecnologica da parte di un team di esperti
architetti e ingegneri dell’organizzazione in collaborazione con le autorità e istituzioni
di Sedhiou.
Il secondo posto è anch’esso occupato da un team cinese composto da Dongming He,
Yi Xie e Zeyi Yuan, e al terzo posto si trovano gli italiani Jurij Bardelli e Federico
Testa.
La menzione d’onore nominata da Kengo Kuma è stata invece assegnata al team
colombiano composto da Alejandro Saldarriaga, Bachir Benkirane, mentre quella
scelta dall’Organizzazione Balouo Salo al team italiano di Federica Linguanti e
Matteo Mazzoni.
Come consuetudine, anche quest’anno, l’intero ricavato del concorso è stato
interamente devoluto all’organizzazione umanitaria Balouo Salo, che opera in Africa
per la risoluzione delle problematiche sociali e ambientali che affliggono le comunità.
Dopo le prime edizioni destinate alla progettazione di un’architettura sacra nel
2017 e un centro culturale nel 2018, quest’anno il Kaira Looro Peace Pavilion ha
voluto toccare il tema della pace.

1° posto | Changze Cai | Cina
Il team cinese GZECAIINA123 propone un edificio che fluttua dolcemente sul
terreno fondendosi nel paesaggio con un atteggiamento di umile rispetto.
La traduzione spaziale dei principi di pace richiesti dal bando sono stati qui
declinati modulando la luce naturale, attraverso un’alternanza tra luminosità
diretta e filtrata.
Nella corte centrale, dove i visitatori potranno camminare, riposarsi e discutere, si
potrà percepire la stabilità e la tranquillità delle case in tempo di pace godendo la luce
del sole dall’alto o diffusa dalla trama della parete laterale.
Lungo il corridoio che costeggia l’edificio invece le persone saranno condotte verso la
zona di preghiera e contemplazione tramite una luce filtrata proveniente dalla facciata
ed una intensa che arriva dall’apertura verticale del muro frontale.
La tecnologia costruttiva prevede un telaio in legno e pareti in terra battuta esterne, nell’idea dei progettisti sarà la luce il legante dei due materiali.

Changze Cai | Cina

2° posto | Dongming He, Yi Xie, Zeyi Yuan | Cina
Il gruppo cinese INGHEINA019 sperimentano l’idea di un luogo senza
confini, partendo dal principio secondo cui siano i limiti territoriali la manifestazione
concreta di controversie materiali e spirituali.
Ne risulta un lavoro topografico che genera una pendenza, una salita spirituale verso
il cielo, dirigendo la vista dei visitatori verso un orizzonte silenzioso ed eterno, il
luogo ideale – secondo i progettisti – per piangere una perdita e coltivare un desiderio
di pace.
Il materiale principale è in questo caso la terra, che genera la salita artificiale e
diventa muro di consolidamento. L’edificio è costruito infatti attraverso una miscela
di terra, cemento e frammenti di conchiglie successivamente dipinto di bianco.

Dongming He, Yi Xie

3° posto | Jurij Bardelli, Federico Testa | Italia
Gli italiani del gruppo RIJLLIALY799 sono partiti dal principio secondo cui “la
pace ruota attorno al dialogo e alla comprensione tra i popoli”, così anche gli
spazi del loro padiglione ruotano intorno ad un patio fatto di luce ed acqua.
A corollario di questo spazio centrale si genera un percorso laterale in cui la
contrapposizione tra la forza di una parete piena e la fragilità di una in canna di
bambù, insieme con il vibrare dell’acqua che si intravede, trasmette un senso di
vitalità, fatto di ombre e luci.
Il padiglione è un piccolo volume introverso con una forma semplice che definisce un
rapporto chiaro in termini di proporzioni e posizione con gli edifici esistenti e il fiume circostante. La facciata è disegnata da una base in cemento, utilizzata anche come seduta esterna ombreggiata, e da una parete forata che permette la ventilazione degli ambienti interni.
I materiali utilizzati sono mattoni di argilla ricoperti di terra cruda e mentre per
l’interno e la struttura del tetto canne di bambù.

Jurij Bardelli, Federico Testa | Italia

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