Giovani e moda

di Cinzia De Vendictis

Il cibo ha funzione sociale, mangiare è una forma di rito che permette di fondare o rinsaldare i legami interni alla comunità (Durkheim) oltre che un mezzo per conoscere culture diverse. Alimentarsi non significa solo nutrirsi,ma anche soddisfare le proprie emozioni, ed è questo lo stimolo che oggi, maggiormente indirizza le nostre scelte. Le aziende hanno capito questo bisogno ormai da tempo ed esercitano, tramite la pubblicità, un forte potere di suggestione nell’indirizzare le scelte di consumo proponendo stili e comportamenti che spesso nulla hanno di reale né di salutare.

La forte influenza dei media e della pubblicità, ha diffuso tra gli adolescenti la convinzione che, sviluppare abitudini alimentari irregolari (mangiar fuori, saltare i pasti, seguire mode alimentari periodiche ), significhi dare al gruppo, agli amici un’ immagine trendy di sé. Il gesto nutrizionale diventa quindi un fatto culturale e l’alimentazione diventa un driver importante per delimitare barriere ideologiche, politiche e sociali. In una fase dell’esistenza caratterizzata da una profonda evoluzione sul piano fisico e ormonale quale è l’adolescenza, sta diventato drammatico l’ obiettivo magrezza, trend legato in parte all’ insoddisfazione per il proprio aspetto fisico tipica dell’adolescenza, in parte a pubblicità ossessive che spingono proprio sulle loro incertezze.

Fast food, Pub, Disco diventano i mondi vitali preferiti dove trascorrere tempo a sognare, divertirsi, relazionarsi, aggregarsi. Qui vengono offerti cibi e drink gustosi ma privi di nutrimento perché troppo alcolici, grassi e ricchi di calorie e privi di fibre e vitamine. Oggi è ben più importante il contesto in cui il cibo viene fruito ed i valori che veicola ( giovinezza, vigore, attrazione sessuale, ricchezza, status ) che la sua capacità di nutrirci.

Paradossalmente proprio in questi contesti alla moda si diffonde il malcostume alimentare che ci propina cibi che fanno ingrassare; malcostume che contrasta con gli standard di bellezza proposti da moda e media, che vogliono i giovani belli e magri, ipertonici, scattanti; immagini di corpi scolpiti, fisici atletici e seducenti fino all’esasperazione ( pensiamo alle modelle morte per eccessiva magrezza ). Una società che esalta la ricerca di apparenza, l’autorealizzazione; una società dove essere belli è requisito vincente per produrre identità personale e solidarietà sociale. Una ricerca estetica che è costante attenzione verso la forma, una dimensione superficiale dei contenuti.

La bellezza oggi si rifà alle modelle filiformi delle riviste, volti e corpi testimoni dello spirito del tempo, che non definiscono il sé ma rimangono sulla soglia allusiva di una difficile ricerca della propria identità nell’equilibrio instabile tra essere e apparire. Immagini perfette e accattivanti che generano in chi le guarda un effetto desiderante perché racchiudono in sé la tacita promessa di essere come esse ci appaiono.

I media hanno il potere di trasformare l’ordinario in star, offrono un racconto che è ben più importante dei contenuti valoriali, oggettivi della persona.

I nuovi idoli sono veline, tronisti e calciatori, amati perché belli, ricchi e famosi, e sempre pronti a raccontarsi e ad esibirsi; qualsiasi cosa reclamizzino diventa prescrittiva; il medium diventa esso stesso messaggio (McLuhan) e l’uomo si riconosce in questi; tutto ciò genera negli adolescenti insofferenza per il proprio aspetto fisico, uno smarrimento esistenziale che sfocia spesso in comportamenti patologici ( anoressia / bulimia ).

Magrezza è sinonimo di bellezza, almeno è quello che i  media ci propongono; si immagina che i belli siano più attraenti, abbiano una vita sentimentale più intensa, facciano carriera più rapidamente e guadagnino più dei brutti; da ciò l’ossessione del fitness, del chirurgo estetico.

Cos’è invece la bellezza? è qualcosa di soggettivo che risiede nell’occhio di chi ci guarda, o è ancorata ai canoni estetici proposti dai media, di cui sembriamo essere schiavi?

Seguire la Moda è vivere il tempo, è comunicare, socializzare, dare senso all’esistenza, in una società che detta le regole dell’apparire e dell’immagine, e così la moda assume il senso di pratica significante, tanto da influenzare non solo il mercato ma anche l’evoluzione delle forme culturali.

 

I giovani non mangiano, o mangiano male, perché si è creata una dicotomia tra le informazioni che la scienza della nutrizione offre con le sue ricerche e ciò che le mode alimentari impongono.

Forse dovremmo ripensare al metodo con cui noi professionisti della salute comunichiamo con i ragazzi; rendere egualmente accattivante un messaggio realmente…nutriente; questa è la sfida che dovremo affrontare.

 

 

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