In prima linea per combattere il Covid-19. L’ intervista all’ Assessore Lucia Frasanni

di Sandro Capatti

In questo momento così difficile, in cui tutto il mondo è impegnato a fronteggiare la pandemia causata dal propagarsi di un virus (nuovo covid-19), un momento in cui stiamo sperimentando nuovi e limitati stili di vita a causa delle rigide restrizioni che i Governi sono stati costretti a imporre per evitare l’ulteriore propagarsi del contagio, limitando duramente la nostra libertà, abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di chi, in qualità di Amministratore pubblico, opera in prima linea per gestire questa emergenza.
Lucia Frasanni, dal 2014, è Assessore, al suo secondo mandato, di un piccolo Comune del nord Italia, San Polo di Torrile, in provincia di Parma. Oltre all’incarico Istituzionale, in qualità di Assessore, con delega alle Politiche Sociali, Istruzione, Cultura e Pari Opportunità, è Educatore in due scuole del Parmense.

Assessore Frasanni, cosa significa essere Amministratore in tempi moderni e nel pieno di una pandemia chiamata Covid-19?

Essere assessore rappresenta una grossa responsabilità, perché ci si deve prendere cura di tutti i cittadini del proprio Comune, non solo dal punto di vista economico e sociale ma, soprattutto, dal punto di vista umano. Ricoprire questo ruolo in una situazione di grande difficoltà come questa, implica un notevole impegno fisico e mentale che non può e non deve avere tregua. Per quanto mi riguarda, occuparmi del bene dei miei cittadini è un piacere ma, soprattutto, rappresenta un vero onore, poiché non vi è nulla di più nobile che servire la propria comunità

Quanti abitanti fa oggi il comune di Torrile in provincia di Parma
Attualmente il Comune di Torrile ha 7800 abitanti

Oltre al Sociale, Pari Opportunità, Cultura, Lei ha la delega anche per l’Istruzione.
Con il suo assessorato, quali strategie ha messo in campo per le scuole del vostro territorio

Durante il mio precedente mandato amministrativo mi sono particolarmente impegnata per dotare l’Istituto Comprensivo di Torrile di un registro elettronico completo e innovativo, uno strumento in più per insegnanti e alunni che va ad integrare una già corposa offerta formativa. Le tristi circostanze di queste settimane hanno evidenziato l’importanza strategica di questo investimento mettendo in luce un aspetto che prima d’ora non è mai stato seriamente preso in considerazione e cioè l’uso ponderato e sistematico della tecnologia al servizio della didattica. Credo che per i bambini più piccoli, in questo delicato momento, sia molto importante sentire la vicinanza di tutta la comunità; perciò, in collaborazione con la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, abbiamo pensato di registrare delle video letture di fiabe, racconti o filastrocche, trasmesse, poi, sui canali social del Comune o attraverso whatsapp, coinvolgendo tutte le persone che, in qualche modo, volevano donare un po’ di se stesse per rasserenare gli animi dei più piccoli. La risposta a questa iniziativa è stata straordinaria: educatrici, mamme, insegnanti e bambini stessi, ci hanno inviato tantissimo materiale dimostrando una grande senso di altruismo e una grande sensibilità

Cosa cambierà, secondo Lei, per la scuola dopo questa pandemia, ma, soprattutto, come cambierà tutta la comunità
La scuola, da questa situazione emergenziale, ne uscirà, credo, più forte ma anche più consapevole di quanto sia fragile il rapporto educativo tra insegnanti ed alunni, un rapporto che rischia di essere minato e interrotto molto facilmente, come stiamo vedendo, se non ha solide basi costruite con pazienza e tenacia. La tecnologia può aiutare tantissimo dal punto di vista didattico ma nulla, a mio avviso, potrà mai sostituire lo sguardo, il sorriso o il pianto di un bambino, di un ragazzo o di un insegnante, i legami vanno cioè costruiti attraverso le emozioni che fanno crescere e maturare. Da qui bisognerà, forse, ripartire per ricostruire una ipotetica scala di priorità basandosi su quel patto educativo, spesso dimenticato, tra genitori e insegnanti, investendo intelligenza ed energia sulla cura dei nostri bambini e dei nostri ragazzi che non dovrà restare semplicemente e riduttivamente circoscritta alla valutazione delle prestazioni scolastiche, ma che si dovrà concentrare sulla costruzione di un percorso condiviso (scuola-famiglia) che li vedrà protagonisti di una crescita sociale e umana. Questa pandemia sta mettendo a dura prova le famiglie che devono affrontare una realtà con la quale fino ad ora nessuno aveva mai fatto i conti, giornate da reinventare, da riorganizzare, e anche il rapporto con i figli dovrà necessariamente subire dei cambiamenti che mi auspico possano essere positivi. Il fatto di trascorrere più tempo con essi farà riscoprire modalità relazionali che la frenesia quotidiana aveva fatto dimenticare. Ad esempio si potrà riscoprire il valore della lentezza, del fare le cose insieme con calma, riflettendo sul significato dei gesti e delle parole; fermarsi a scoprire la bellezza dei colori di un tramonto o gioire di fronte alla genialità della primavera. Insomma, mi auguro che la mia comunità tragga insegnamento da questa dolorosa esperienza e non getti via i piaceri ritrovati, ma, bensì, ne faccia tesoro e coltivi il proprio giardino come voleva Voltaire.

Lei è un’educatrice in una scuola superiore e in una scuola per l’infanzia. Quali sono le strategie adottate per essere vicini ai bambini e alle famiglie
Lavoro al mattino con ragazzi disabili in una scuola secondaria, essi hanno patologie tali per cui il lavoro a distanza risulta molto difficile e inefficace. La relazione personale e il contatto fisico diventano dei canali imprescindibili per poter portare avanti un progetto educativo significativo e sensato che si basi, soprattutto, sullo sviluppo delle capacità relazionali con i pari e con il mondo esterno. Quando rientreremo a scuola, saremo tutti un po’ cambiati e dovremo ricostruire da capo il nostro percorso educativo. Sarà molto dura, ma ce la faremo. Anche il rapporto con le famiglie andrà ricostruito con pazienza mettendosi in modalità di ascolto, cercando di riunire tutti i pezzi del puzzle che in queste settimane si sono, inevitabilmente, persi.

Come sta reagendo la vostra comunità, e quali sono le difficoltà maggiori che dovete affrontare
La comunità di Torrile sta reagendo bene a questa situazione emergenziale. In tanti si stanno offrendo come volontari per aiutare le persone che si trovano in difficoltà a causa della malattia in corso. Certo, non mancano nervosismi o piccole tensioni che vengono, però, facilmente superate con l’aiuto e la pazienza di tutti

Come detto, Lei ha la delega al Sociale e, in questo momento, forse, insieme alla scuola è quella che la tiene molto impegnata a fare in modo che nessun cittadino sia lasciato solo.Quali sono le misure che avete messo in campo
Il servizio sociale, in questo periodo, è il settore più sotto pressione. Abbiamo messo in campo iniziative rivolte alle persone che sono in difficoltà per gli spostamenti a causa della quarantena o della malattia o, più semplicemente, perché anziane e sole. Grazie all’aiuto del terzo settore, riusciamo a consegnare a casa la spesa e i farmaci ai più bisognosi. In questo momento, stiamo anche organizzando, in tempi brevissimi, tutta la partita dei buoni spesa come predisposto dal nuovo DPCM per poter dare un aiuto concreto alle famiglie del nostro territorio che si trovano in difficoltà a causa della pandemia. Naturalmente, lo sportello sociale è sempre aperto, offrendo i servizi essenziali alla persona, come l’assistenza domiciliare oppure il supporto psicologico attraverso un professionista per chi ne ravvisasse la necessità. Gli assistenti sociali tengono monitorate le situazioni normalmente in carico facendo fronte alle nuove richieste di emergenza. Si sta lavorando come fanno gli equilibristi, in bilico sul filo, sempre attenti e con occhi bene aperti. poiché la situazione è in continuo divenire

In una comunità piccola ci si conosce quasi tutti. Da amministratore, Le pesa il fatto di non poter incontrare i suoi cittadini e sapere direttamente da loro le cose di cui hanno bisogno?
Mi manca molto il contatto fisico con le persone che mi circondano. In questo momento possiamo solo sentirci attraverso gli ausili della tecnologia ma non è, ovviamente, la stessa cosa. Non conto più i messaggi che mi arrivano quotidianamente da parte dei miei concittadini; chi chiede, giustamente, delucidazioni relativamente ad ordinanze, chi un aiuto per fronteggiare un piccolo imprevisto o, semplicemente, chi vuole solo mandare un segnale di affetto e solidarietà. Cerco, attraverso i social network, di restare vicino a tutti, pubblicando consigli o informazioni utili in momenti di crisi come questi. Certo, nulla potrà mai sostituire un abbraccio o una calorosa stretta di mano, ma sono fiduciosa di poterlo fare al più presto

Nel vostro Comune avete persone contagiate da Covid-19?
Si, purtroppo. Ad oggi, i contagiati sono 14 e 3 i decessi

In un momento di gravissima emergenza sanitaria quali sono gli errori che un amministratore non deve fare
Premetto che questa è una situazione assolutamente straordinaria e inusuale, per cui diventa davvero difficile, anzi impossibile, muoversi con delle certezze. L’Amministrazione di Torrile si è sempre attivata nell’interesse e nella tutela dei suoi cittadini avendo un occhio di riguardo per i più fragili. Importante è anche il lavoro di concertazione con gli Enti locali limitrofi affinché le misure adottate risultino più efficaci e uguali per tutti. Credo che l’errore più grave, forse, sarebbe quello di peccare di presunzione pensando di avere una risposta pronta per ogni domanda o la soluzione ad ogni problema: la situazione è talmente complessa e mutevole che va affrontata giorno per giorno, con ragionevolezza e ponderazione.

Da Amministratore, secondo lei il Governo poteva fare di più?
Come ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, questa è la situazione più grave in cui l’Italia si trova dal dopo guerra, per cui bisogna capire che le difficoltà incontrate non solo sono nuove per tutti ma sono, anche, di difficilissima soluzione. Io credo che in questo momento tutte le forze politiche dovrebbero restare unite per fronteggiare questa dolorosa emergenza, ognuno mettendo a disposizione le proprie competenze e le proprie capacità avendo come unico fine quello del bene comune (spesso citato da tanti politici ma puntualmente ignorato) cioè il bene di tutti, tralasciando interessi elettorali o di partito. Assisto, in questi giorni, a tristi speculazioni sull’operato del Governo o dei governatori delle Regioni, speculazioni spesso dettate dalla mancanza di conoscenza di certe problematiche o della complessità della situazione in cui ci troviamo. Invito, perciò, tutti alla calma e alla riflessione, riponendo fiducia in chi ci amministra e governa e tralasciando gli sfoghi a periodi migliori. Ora è il momento di agire tutti uniti, in fretta e con determinazione; i bilanci li faremo alla fine. Sicuramente si faranno errori, poiché è impossibile azzeccare tutti gli interventi, ma la cosa importante è che se ne faccia tesoro per il futuro e che si riparta il più presto possibile

La vostra regione è definita la migliore sotto molti aspetti. Come giudica l’operato sanitario dall’inizio della pandemia?
L’Emilia Romagna è stata riconosciuta, qualche mese fa, come prima Regione in Italia per capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione e per indice di mantenimento dello stato di salute. Certamente, questa pandemia sta mettendo a dura prova la sua tenuta ma, per ora, seppur con molte difficoltà, sta reggendo grazie non solo ai medici, al personale infermieristico, parainfermieristico e agli OSS, ma, anche, all’investimento pubblico che la Regione ha fatto.
E’ sufficiente? No. Da qui si deve ripartire per ripensare ad un sistema sanitario nazionale pubblico che sia più forte e più organizzato, che investa sulla ricerca, sulle professionalità e sulle competenze. Il Governatore Bonaccini, stando alle dichiarazioni fatte in una recente conferenza stampa, sembra proprio che stia andando in questa direzione, istituendo un tavolo di lavoro composto da “saggi” che possa contribuire al rilancio della Regione non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale ed economico

Fare l’amministratore in un momento cosi difficile richiede molti sforzi, impegno, sacrificio e grande capacità di ascolto verso i propri cittadini. Quali sono le criticità maggiori che avete dovuto affrontare
Il pensiero più grande che abbiamo in questo momento è quello di riuscire ad aiutare tutte le persone che hanno bisogno; non vogliamo lasciare indietro nessuno. A volte, però, può capitare che, dalle maglie della rete di soccorso, qualcuno possa sfuggire e questo vorremmo evitarlo. Per un amministratore le difficoltà sono all’ordine del giorno, perciò non mi spaventa questo momento; certo, ora bisogna essere ancora più concreti ed efficaci di prima ma, con l’aiuto di tutta la comunità, riusciremo a superare gli ostacoli che si presenteranno. Mi piace ricordare un proverbio africano che dice “se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina insieme”. Noi, insieme, arriveremo certamente lontano

Da qualche giorno i Comuni stanno ricevendo il fondo per l’aiuto alimentare o altro. Secondo lei, sono pochi oppure si poteva fare di più
Il Comune di Torrile ha ricevuto dallo Stato circa 40 mila euro da spendere in buoni per la spesa. Ancora non sono in grado di dire se saranno sufficienti a soddisfare le richieste del territorio, però voglio ringraziare il Governo per questi aiuti perché daranno una boccata di ossigeno a tante famiglie e ci fanno sentire meno soli nell’affrontare queste difficoltà

Possiamo immaginare che la vostra programmazione degli eventi culturali sia stata cancellata. Quale effetto avrà sulla vostra comunità?
In questo momento, la cosa che mi sta più a cuore è la salute dei miei cittadini. Chi mi conosce sa quanto io creda nella promozione della cultura sul territorio, ma ora abbiamo problemi molto più urgenti da risolvere. Conto, comunque, sempre se l’emergenza sarà passata, di riprendere in autunno il filo di tanti discorsi interrotti e di poter tornare a riallacciare rapporti lasciati momentaneamente in sospeso. E’ necessario, però, fare una riflessione sull’importanza che la cultura ha avuto in questa fase emergenziale, una cultura fondata su valori veri e forti che vanno custoditi e coltivati con costanza e lealtà. Il nostro Paese sta trovando la forza di reagire anche grazie a quel patrimonio valoriale che ci è stato trasmesso dai nostri avi e che non bisogna assolutamente disperdere. E’ compito, quindi, di tutte quelle amministrazioni che vogliono essere visionarie e lungimiranti farsi carico anche di questa ricchezza, diventandone promotori presso le proprie comunità

Come vede i prossimi mesi?
Onestamente, faccio fatica a rispondere a questa domanda. Sicuramente, quando usciremo dalla pandemia, saremo tutti un po’ cambiati. Speriamo solo di riuscire a trarre degli insegnamenti da questa esperienza e farne tesoro per il futuro

Da amministratore, cosa le piacerebbe fare per la sua comunità, quando si potrà tornare alla normalità
La prima cosa che farò, come semplice cittadina, sarà quella di abbracciare tutte le persone a cui voglio bene; come amministratrice, continuerò a mettere a disposizione della mia comunità il mio impegno e le mie competenze, con costanza e dedizione come sempre.

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4 commenti

  1. Brava Lucia, il sostegno delle istituzioni passa necessariamente dal Comune e quanto più l’amministrazione conosce la sua realtà tanto più sono efficaci gli aiuti dati ai cittadini. Speriamo di trarre qualche insegnamento da questa situazione e di farne tesoro in termini di coesione e civiltà, a partire dal valore del rispetto delle regole e del concetto di bene comune. Continua cosi con il tuo impegno tenace e ‘visionario”

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