Pontecagnano, il cucito come forma di riscatto sociale

“Cucire per volare” questo il nome del progetto che è stato presentato ieri al Museo Archeologico di Pontecagnano Faiano “Etruschi di Frontiera”. Destinatarie dell’iniziativa le donne detenute nell’Istituto penitenziario di Fuorni.  L’idea nasce da Roberta Mastrogiovanni che a Natale scorso le ha già coinvolte nella realizzazione di piccoli manufatti artigianali natalizi. Ma perché limitarsi ad interventi sporadici e circoscritti nel tempo? In Roberta cresce la consapevolezza, grazie anche al riscontro positivo avuto con le detenute, che quello spazio dedicato al cucito fosse anche uno spazio terapeutico, di confronto e di riflessione. Un momento offerto per progettare davvero il loro futuro che le accompagni anche dopo aver scontato la pena, che garantisca un sostentamento e rappresenti una forma di reddito che le tenga lontano da ciò che le ha aperto le porte del carcere.  Da qui l’idea di creare una linea di borse, ma anche una buona rete commerciale che, come in un circolo virtuoso, garantisca l’autofinanziamento del progetto e il sostentamento delle donne coinvolte. Un percorso evolutivo che le trasformerà da crisalidi a farfalle.

Il progetto è ambizioso e per prima cosa serve trovare i fondi necessari per comprare l’attrezzatura che faccia partire la produzione. Ed è questa la vera sfida e accade che vicino a Roberta ci sia un gruppo di donne, che a loro volta rappresentano realtà associative da sempre impegnate nel sociale che si occupano concretamente di solidarietà, donne che aiutano altre donne che si trovano in momenti di difficoltà. E che decidono di diventare un megafono per amplificare il messaggio di speranza che questo progetto porta con sé.  Ci sono Lucia Zoccoli con il Blog “I volti di Cassandra”, Antonia Autuori con la Fondazione della Comunità Salernitana e Grazia Biondi con l’associazione Manden. Daniela Sibilio che con l’associazione “Artéeclaté” crea l’operazione “Volar(t)e” dove più di ottanta artisti hanno realizzato centocinquanta opere d’arte ispirate proprio alle farfalle come simbolo di rinascita, le hanno donate e il ricavato della vendita servirà a finanziare il laboratorio di cucito.

Le opere si trovano presso “Intimo” di Maria Giannattasio e Bookstore Mondadori di Pontecagnano, perché la solidarietà passa anche dalle attività commerciali del territorio.

A fare gli onori di casa nella presentazione del progetto la Direttrice del Museo Ilaria Menale, a rappresentare le istituzioni locali il Sindaco di Pontecagnano Faiano, Giuseppe Lanzara, che insieme all’assessore alle politiche sociali di Salerno, Paola De Roberto, hanno sottolineato l’importanza delle istituzioni nel mettere in campo azioni e protocolli d’intesa che permettano, a chi sta scontando una pena, di potersi riscattare. A sottolineare quanto le amministrazioni locali siano fondamentali per ridare dignità a queste donne l’Onorevole, Anna Pirotti, che ha ricordato come grazie al suo passato di avvocato penalista ha conosciuto bene la realtà degli istituti penitenziari. A chiudere il cerchio la Direttrice dell’Istituto penitenziario di Fuorni, Rita Romano, che ha raccontato le gravi difficoltà che le carceri vivono in questo momento. Dal sovraffollamento alla carenza di personale, alla mancanza di fondi che non permettono una rieducazione e un reinserimento nel tessuto sociale di chi purtroppo nella vita ha commesso un errore. Ed è per questo che il progetto “Cucire per volare” rappresenta una boccata di ossigeno, una luce in fondo al tunnel, una possibilità concreta di riscatto, la dimostrazione che un’altra vita è possibile.

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