Dossier Caritas 2023: in Campania una famiglia su 2 è a rischio povertà

In Campania una persona su due rischia di diventare povera. È il quadro desolante, che emerge dal Dossier regionale della Campania 2023 della Caritas appena presentato ad Aversa, nell’ambito della tre giorni di intensi dibattiti e confronti sulle tematiche del lavoro, della povertà e della migrazione. Tra i partecipanti, don Marco Pagniello, Direttore Caritas italiana, Lucia Fortini, assessore all’Istruzione della Regione Campania, Roberto Bafundi, direttore dell’Inps di Napoli, il coordinatore del rapporto, il sociologo Ciro Grassini, e mons, Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano- Policastro e delegato regionale per i Migranti.

Il report coinvolge 19 diocesi nella raccolta dei dati nei Centri di Ascolto. Secondo i dati emersi dal dossier, si rivolgono alla Caritas si rivolgono sia italiani che stranieri. In particolare le donne. Il profilo principale delle persone in difficoltà vede una donna italiana, di età media 47,6 anni, che vive in famiglia, sposata, disoccupata e con licenza media inferiore.

Tra le richieste più frequenti alla Caritas c’è il cibo: “pacchi viveri, empori solidali e sussidi per l’acquisto di alimenti”, anche per neonati nel caso dei migranti, poi ancora “interventi a carattere sanitario”, visite mediche, in particolare, sostegno all’affitto e per pagare le bollette. Per i migranti le richieste vanno anche alla distribuzione del vestiario e l’uso di servizi per igiene personale, come bagni e docce. “In questo caso emerge una povertà che potremmo definire estrema, con l’accesso a servizi di bassa soglia”.

Alla base di questa situazione, continua a pesare la piaga del lavoro, che non solo manca, ma vede anche “tante ingiustizie sociali perpetrarsi di continuo. Da una retribuzione non commisurata lavoro povero, alla precarietà, al lavoro nero, alle tante vittime di incidenti sul lavoro a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza. Per non parlare infine delle enormi differenze retributive e di possibilità di impiego che vedono le donne fortemente discriminate”.

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